Il saluto del nuovo Parroco alla Comunità del Sacro Cuore

Carissimi parrocchiani,

eccomi, sono il vostro nuovo parroco. Mi chiamo don Davide Rossetto e ho 42 anni e sono sacerdote da quasi 12 anni. Impareremo a conoscerci, anche se prima di diventare prete sono già stato al Sacro Cuore come diacono nel 2010-2011 insieme a don Giancarlo Boffa, e qualcuno di voi lo ricordo.

Arrivo tra voi accompagnato, come i bambini il primo giorno di scuola. Con me ci sono le parrocchie e i parrocchiani di San Giovanni canavese, San Martino e Perosa con le quali cammino da 9 anni e continuerò a farlo. Da oggi la famiglia si allarga e siamo contenti di camminare insieme! Come scrive il profeta Isaia: “allarga lo spazio della tua tenda” (Is 54,2). Mi piace vedere questo invito realizzato nell’architettura della chiesa parrocchiale del Sacro Cuore, una tenda di beduini, ma l’area del presbiterio è più ampia, il vento, il soffio dello Spirito Santo allarga la tenda! Inoltre arrivo accompagnato dai giovani della Pastorale Giovanile diocesana e dalle famiglie della Pastorale Familiare diocesana.

Sono contento di iniziare questo cammino insieme al diacono Franco Barbieri, che ringrazio per la collaborazione e disponibilità.

Vi chiedo di accogliermi cosi come sono e insieme a tutti coloro che mi accompagnano oggi. Continueremo a camminare insieme. Il vescovo Edoardo mi ha affidato questa missione e non ho potuto che ricordare la promessa fatta il giorno della mia ordinazione presbiterale, quando ho promesso al vescovo diocesano e ai suoi successori “filiale rispetto e obbedienza”.

“Allarghiamo le tende” e allarghiamo anche il nostro sguardo alla città di Ivrea per una pastorale di collaborazione, per una “pastorale missionaria”, che vada oltre i campanilismi, per un cammino che sia veramente sempre più sinodale. Questo, chi mi conosce lo sa perché continuo a ripeterlo da anni (e me lo sentirete ripetere anche al Sacro Cuore), lo troviamo nelle parole di papa Francesco che nella sua prima esortazione apostolica del 2013 “Evangelii Gaudium” al n.33 scrive:

La pastorale in chiave missionaria esige di abbandonare il comodo criterio pastorale del “si è fatto sempre così”. Invito tutti ad essere audaci e creativi in questo compito di ripensare gli obiettivi, le strutture, lo stile e i metodi evangelizzatori delle proprie comunità. Una individuazione dei fini senza un’adeguata ricerca comunitaria dei mezzi per raggiungerli è condannata a tradursi in mera fantasia. L’importante è non camminare da soli, contare sempre sui fratelli e specialmente sulla guida dei Vescovi, in un saggio e realistico discernimento pastorale.

Da questa base inizia il nostro cammino insieme.
Ma tutto questo sarà possibile solo se radicato in una profonda amicizia con Gesù, come ha scritto il nostro vescovo Edoardo nella sua prima lettera pastorale del 2012 e come ci ha ricordato nella lettera pastorale di quest’anno:

«Ciò in cui desidero crescere, anche come Vescovo, è la mia amicizia con Gesù Cristo: “l’intima amicizia con Gesù da cui tutto dipende”, come scrive stupendamente il Santo Padre Benedetto XVI nella Premessa al Suo libro “Gesù di Nazaret”; ciò a cui tengo maggiormente e che desidero servire è la vostra amicizia con Cristo; ciò di cui sono certo è che nell’amicizia personale di ognuno di noi con Cristo crescerà anche la nostra reciproca amicizia di discepoli del Signore, nella quale vedo realizzarsi la paternità che sono mandato ad esercitare nei vostri confronti e la filialità che la Santa Chiesa chiede a voi nei confronti del Vescovo. Che Gesù Cristo diventi sempre più il centro della nostra vita; che la nostra esistenza sia trasformata dalla Sua gloria che è la Sua presenza amata ed accolta; che a Ivrea sia da noi vissuta la vita nuova che avrà la sua pienezza nella Casa luminosa e bellissima del Padre. Tutto il resto ha senso solo in questo contesto. Tutto il resto lo vivremo – con l’aiuto di Dio – vivendo questa realtà da cui “tutto dipende”, e vivendola nella comunione con il Vicario di Cristo al Quale esprimo la mia più convinta adesione di fedeltà e di amore filiale.

Vi invito a crescere con me in questa amicizia con Gesù riscoprendo la bellezza della vita della Chiesa, soprattutto la vita liturgica: la Santa Messa, l’Adorazione Eucaristica, la Confessione, e tutti gli altri Sacramenti, insieme alla carità, all’attenzione per i poveri e le fasce più deboli della nostra società, in modo particolare bambini, giovani e anziani.
Infine ho un sogno, un desiderio che ritengo importante. Oggi gli uomini le donne che sono lontani da un autentico cammino di fede e dalla vita della Chiesa, hanno bisogno di vedere in noi una qualità di relazione che non è semplicemente dettata dalle simpatie, dai favori, dall’interesse ma unicamente e soltanto dall’amore, dal rispetto, dal prendersi cura gli uni degli altri, dalla capacità di amare per primi, di amare senza ritorno, di amare senza interessi, di amare tutti, di amare nonostante tutto.
Come vostro parroco desidero aiutarvi a vivere nella comunità le relazioni. Per questo mi impegno da subito a mettermi in ascolto, a non chiudere gli occhi e, se necessario, nemmeno la bocca. Desidero che come primo passo insieme si mettessero a fuoco le relazioni. Innanzitutto la relazione con Dio: perché ci sia una comunità secondo il Vangelo. In secondo luogo vorrei che si mettesse a fuoco la relazione con gli altri, nella parrocchia e al di fuori della parrocchia. Ogni volta che ci chiuderemo nel difendere privilegi di gruppi e gruppetti che dividono, deturperemo il volto bello della comunità. Un ultimo punto è la relazione con noi stessi, quella grande capacità di dialogo con la nostra vita, quel chiedere un “di più” a noi, quel chiedere, in un rapporto difficile, sempre un supplemento di amore, di fiducia verso gli altri.
Sono queste le piccole cose che desidero per noi e se le sogneremo insieme si realizzeranno, perché fin quando è il mio sogno, resterà tale, ma quando diventa un sogno condiviso, quando diventa un sogno di tutti, allora può essere la realtà. Ma ci sarà bisogno di tempo, carissimi fratelli e sorelle, perché i sogni siano condivisi e diventino progetto e cammino … siamo pronti a camminare insieme?

Il vostro parroco

don Davide Rossetto

8 ottobre 2023